26 giugno, peace on drugs. Il proibizionismo ha fallito.

Solidarietà ai consumatori di sostanze vittime della repressione

La giornata mondiale antidroga che si celebra oggi deve essere per i cittadini occasione in cui ci si interroga sull’inefficacia lampante delle politiche proibizioniste sulle droghe. Mentre negli Stati Uniti sempre più stati abbandonano la via perversa della proibizione, mentre i dati dimostrano che laddove si introducono politiche di tolleranza e riduzione del danno i consumi diminuiscono, in Italia il sottosegretario Giovanardi è costretto a inocularci dati stupefacenti, smentiti poche ore dopo dal CNR, per giustificare le politiche proibizioniste del Governo Berlusconi.

Come ampiamente previsto i più colpiti dalla nuova legge sono stati i consumatori di canapa: l’aver assimilato la sostanza ad altre ben più pericolose, l’aver automatizzato – con l’inserimento nelle tabelle della quantità massima detenibile – la contestazione del reato di spaccio, l’aver perseguito con pervicacia coloro che per sottrarsi ai mercati illegali hanno intrapreso la strada dell’autocoltivazione come il giovane copparese arrestato proprio in questi giorni, la criminalizzazione di una pianta che peraltro fino a sessant’anni fa cresceva florida nelle nostre campagne ha riempito le carceri di persone che ovunque dovrebbero stare fuorchè in galera.

Le carceri stanno scoppiando, e quasi la metà dei detenuti lo è per la violazione di due soli articoli del nostro vastissimo apparato normativo penale: quelli sulle droghe. I detenuti tossicodipendenti non riescono più ad uscire dal carcere per seguire programmi di recupero a causa del combinato disposto della legge sulle droghe e di quella sulla recidiva, nonostante i proclami Giovanardiani e nonostante le statistiche dimostrino come la recidiva sia infinitamente minore una volta seguito un percorso rieducativo e di reinserimento alternativo al carcere.

Per questo come ecologisti continueremo a chiedere una nuova politica sulle droghe, che abbandoni la repressione dei consumatori, che tolga ossigeno e denaro alle mafie e investa sulle pratiche della riduzione del danno e dell’informazione.

Per questo i Verdi di Ferrara, proprio oggi, esprimono la propria solidarietà e la propria vicinanza a tutti i consumatori di sostanze vittime della War on Drugs, e a tutti quegli operatori dei servizi pubblici e del privato sociale che nonostante il Governo continuano con passione a fare il loro lavoro. E anche agli operatori delle forze dell’ordine che magari preferirebbero andare a caccia di criminali seri piuttosto che sradicare piante da orti e fossi.

I Verdi di Ferrara

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