Mozione politica per l’assemblea regionale

E’ POSSIBILE FIRMARE LA MOZIONE POLITICA “VERDI: UN NUOVO INIZIO” E LA LISTA DI CANDIDATI AL CONSIGLIO FEDERALE NAZIONALE COLLEGATA, PRESSO LA SEDE PROVINCIALE DEI VERDI DI FERRARA (VIA DE’ ROMEI, 48) MERCOLEDI’ 15 OTTOBRE DALLE 17,30 ALLE 19,30 – GIOVEDI’ 16 OTTOBRE E VENERDI’ 17 OTTOBRE DALLE ORE 10 ALLE 12,30.

SABATO 18 OTTOBRE A PARTIRE DALLE 14,30 ASSEMBLEA REGIONALE A BOLOGNA VIA GALLIERA, 2

DOMENICA 19 OTTOBRE DALLE 12 ALLE 21 SEGGIO ELETTORALE FERRARA VIA DE’ ROMEI,48

di seguito il testo completo della Mozione “Verdi: Un Nuovo Inizio” (primi firmatari: Barbara Diolaiti, Pamela Maier, Alberto Ronchi, Sauro Turroni, Sergio Golinelli, Stefano Cavallini) e la lista collegata.

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Mozione politica collegata a Lista candidati all’elezione della parte di Consiglio Federale Nazionale dei Verdi.

Assemblea regionale Verdi Emilia Romagna 18 – 19 ottobre 2008

VERDI: Un Nuovo Inizio

“È un tempo che chiede capacità inedite alle persone, sia come singoli individui, sia nel loro organizzarsi, e dunque le chiede anche al nostro ri-organizzarci come forza politica. “

Iniziava così la Mozione politica “Per un nuovo inizio” presentata in occasione dell’Assemblea straordinaria dei Verdi di luglio 2008 e sottoscritta, tra i tanti e le tante Verdi , anche dai firmatari di questa Mozione regionale, che dai contenuti della precedente prende avvio per compiere un ulteriore passo in avanti.Pochi mesi di Governo della Destra in questo Paese – in sostanziale assenza di una reale opposizione sociale e parlamentare – hanno già prodotto tangibili disastri sia in relazione alle politiche ambientali sia a quelle sociali, a partire dalle scelte sulla scuola e dall’attacco a tutto ciò che è pubblico, ma soprattutto hanno spezzato il senso di appartenenza ad una comunità, ridotto la solidarietà a oggetto di derisione, reso sempre più solide le basi di un razzismo diffuso e mai sopito. Per contrastare tutto questo è necessario che l’intero Centro Sinistra riavvii un percorso condiviso nella società e nelle istituzioni, e che i Verdi, nuovi Verdi, ne siano pa
rte attiva e propositiva.

Tre erano e restano i nostri impegni:

1) Ricostruire una forza politica Verde autonoma che dica e pratichi le verità scomode che nessun altro porta avanti, che sappia coniugare governo e cultura del limite e indicare risposte concrete e sostenibili alla profonda crisi in atto, con l’obiettivo di cambiare questo modello sociale ed economico, i sistemi di produzione, la gestione del territorio, gli stili di vita individuali.

2) Cambiare noi stessi – a livello individuale e come soggetto collettivo Verde – per essere credibili nella pretesa di voler cambiare il mondo.

3) Costruire le alleanze in base alle affinità con quelle scelte politiche che fanno del nostro un ecologismo libertario, non giustizialista, attento alla connessione tra questione ambientale e conflitto sociale; alleanze funzionali alla realizzazione concreta dei nostri programmi e al mantenimento del nostro spazio politico autonomo.

La crisi finanziaria internazionale incrocia in Italia una società incattivita e una situazione economica di grande difficoltà, con esiti prevedibili. Tuttavia, questa Grande Crisi – che vede intrecciarsi la caduta delle Borse, le difficoltà energetiche, i cambiamenti climatici- se orientata può rappresentare la straordinaria opportunità di un cambiamento profondo in direzione ecologista. Oggi vediamo ciò che abbiamo annunciato per anni e oggi dobbiamo, come Verdi, assumerci la responsabilità di trovare risposte, soluzioni concrete e sostenibili a ciascuno dei problemi che questa fase sta aprendo per le persone.

Spostare risorse economiche sul trasporto pubblico non significa solo come un tempo agire contro l’inquinamento, ma costruire una risposta concreta a quell’esigenza di mobilità che sta già diventando problema sociale; organizzare il risparmio energetico e garantire la proprietà interamente pubblica delle reti del gas sono solo le prime risposte da contrapporre al nucleare e alle agroenergie; preservare le aree agricole, sostenere la produzione e i mercatini del biologico oggi vuol dire intrecciare la possibilità di mangiare cibi sani e di strutturare una diversa economia con l’opportunità per tutti di spendere meno; promuovere l’autorganizzazione dei cittadini nella gestione degli asili, sul modello tedesco consente di avviare a soluzione il problema delle liste d’attesa e dei costi elevati delineando nel contempo una alternativa reale al liberismo della Destra e del Pd e allo statalismo delle forze di matrice comunista; impedire che Aziende quotate in Borsa gestiscano l’acqu
a, difendere la Sanità e la Scuola pubbliche significa garantire a tutti beni essenziali, soprattutto in periodi di crisi economica.

Sono solo alcuni esempi di ciò che crediamo di dover fare, come Verdi.

Con l’Assemblea di luglio tutti i Verdi italiani – qualunque fosse la mozione alla quale hanno fatto riferimento – hanno scelto (perché questo indicava il dispositivo statutario approvato all’unanimità) di aprire una fase di transizione, di rinnovamento, di apertura, di discussione, di modifica delle regole; fase che ancora stenta a partire ai diversi livelli, ma fase irrinunciabile se vogliamo ritrovare credibilità e autorevolezza. E’ necessario costruire una struttura a rete, con dei nodi che la tengano assieme, non dei “centri”; una federazione di federazioni che a loro volta federino nell’agire e sentire comune persone pensanti e non tesserati muti. Il nuovo coordinamento nazionale ha avviato il lavoro sullo Statuto e sui meccanismi del tesseramento. Occorre che i Verdi abbiano finalmente uno Statuto che sia uno strumento di democrazia, di autonomia e di partecipazione, non di potere; ed è indispensabile che il tesseramento non sia un mercato, ma uno strumento per coinvo
lgere realmente le persone nell’elaborazione, nelle scelte, nell’azione politica. Dobbiamo cambiare le nostre regole e il nostro modello organizzativo per renderlo non solo più trasparente e democratico, ma anche più federalista e più efficiente. Occorre partire da ciò che i Verdi sono e fanno realmente sui territori per elaborare una nostra politica nazionale. Le Fondazioni , come quella recentemente annunciata dall’ex Presidente dei Verdi, che si candidano a costruire lobby sono ben altro. Occorre, invece, organizzare iniziative nostre e coinvolgere gli altri soggetti sociali e politici anziché scegliere di aderire a manifestazioni promosse da altri, su contenuti altrui.

Se non saremo capaci di cambiare noi stessi non saremo nemmeno capaci di una elaborazione politica all’altezza della situazione; se non vogliamo cambiare noi stessi, i Verdi, perlomeno questi Verdi, moriranno. E’ un rischio che rischia di trasformarsi in certezza se i Verdi dovessero scegliere di contrattare alle Europee due posti all’interno delle liste del Pd o presentarsi con una riedizione della “Sinistra Arcobaleno” magari un po’ allargata, e alle Amministrative in gran parte dei Comuni e delle Province con “biciclette”e liste civiche. Rispettiamo e pretendiamo che tutti i livelli, a partire dal nazionale, rispettino l’autonomia delle realtà locali, tuttavia siamo anche convinti che non vedere scelte nette di rilancio dei Verdi sia un elemento che spinge molti a rinunciare alla presentazione autonoma del simbolo e ragionare su altre opzioni.
L’esito dei Congressi estivi di Rifondazione e PdCI e la confusione politica che regna all’interno del Partito Democratico sono elementi che aprono un grande spazio per una forza politica ecologista autonoma che voglia percorrerlo, riconquistarlo e allargarlo trovando consenso e mobilitando anche tutti gli altri ecologisti sparsi per l’Italia e oggi divisi e delusi prima di tutto dai loro partiti. Però ci vuole coraggio, rispetto per noi stessi e per il nostro elettorato che ci ha già detto di non apprezzare la misera logica del posizionarsi sulla scacchiera in una delle postazioni disponibili, qualunque sia.
Noi Verdi siamo l’unico Partito Europeo e già nel 2004 ci presentammo con un unico programma e un’unica campagna elettorale europea; quella del Parlamento Europeo è l’unica elezione che non può sottostare al ricatto del “voto utile” perché si elegge una Istituzione rappresentativa. Presentarci senza il nostro simbolo sarebbe un grave errore, significherebbe gettare al vento la grande opportunità di Un Nuovo Inizio vero.
Lavoreremo dunque affinché i Verdi italiani si presentino alle prossime Elezioni Europee con un programma e una campagna comune a tutti i Verdi europei, con il simbolo dei Verdi, in un progetto europeo che veda liste di candidati scelti con criteri di democrazia e partecipazione, condivise con gli altri gruppi Verdi Europei, allo scopo di rafforzare l’identità del primo ed unico partito?europeo presente in tutti i paesi dell’Unione Europea.

I candidati al Consiglio Federale nazionale che vi chiediamo di votare sono impegnati a portare avanti tutti i punti programmatici e organizzativi contenuti in questa Mozione.

QUESTA MOZIONE HA ELETTO AL CFN PAOLO GALLETTI

PRIME FIRME

Barbara Diolaiti (coordinamento nazionale Verdi)
Pamela Maier (consiglio federale nazionale Verdi)
Alberto Ronchi (assessore Cultura Regione Emilia Romagna)
Sauro Turroni (presidente Verdi Forlì – Cesena; consiglio federale regionale Verdi)
Sergio Golinelli (assessore Ambiente e Coop. internazionale Provincia di Ferrara; consiglio fed. reg. Verdi)
Stefano Cavallini (assessore Mobilità Comune di Ferrara; consiglio fed. reg. Verdi)

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