La legge elettorale per le europee

Veltroni e Berlusconi si sono dunque accordati per approvare una legge elettorale per le Europee con soglia al 4%. Non occorre grande fantasia per comprendere quale ruolo abbia giocato nel “convincere” Berlusconi l’atteggiamento sempre più morbido del Pd su molti temi importanti: la riforma delle giustizia, il federalismo fiscale, le intercettazioni, il voto per il sottosegretario Cosentino, il trattato con la Libia etc…

Le opportunistiche dichiarazioni di Marina Sereni, Vicepresidente del Pd alla Camera ( “Per parte nostra, se sara’ introdotto lo sbarramento, credo dovremo essere disponibili ad aprire le nostre liste ad altre forze riformiste”) chiudono il cerchio.
La priorità per il Pd è  scegliere scorciatoie e colpire chi gli è più vicino per ottenere quell’egemonia che non sa o non vuole conquistare sul campo; poco importa che così spiani la strada al Centro Destra.

Due sono gli argomenti che vengono portati a imbarazzato sostegno della legge: la necessità di “semplificare” il quadro istituzionale e il fatto che diversi Paesi europei hanno leggi che prevedono lo sbarramento.
Che il Pd si preoccupi di “semplificare” il Parlamento Europeo fa davvero sorridere dato che non si sa ancora in quale gruppo andranno i loro eletti ed è a oggi molto probabile che alla fine si divideranno di nuovo in due gruppi. Tanto per “semplificare”. Ma è evidente che il tema non è il Parlamento Europeo.
Sul secondo argomento: poiché è vero che nella maggioranza dei paesi europei esiste uno sbarramento, questa riforma non sembrerebbe particolarmente « antidemocratica ». Il punto è però che, approvata a 4 mesi dalle elezioni, con lo scopo principale di eliminare alcune forze politiche da un organismo rappresentativo è di per sé un atto di arbitrio, a conferma che ormai in Italia le regole della politica sono saltate e sostituite da quelle degli interessi di parte. Sostenere leggi elettorali che mirano a restringere la rappresentanza, anche in Istituzioni dove non si pone il tema “governabilità”, è indice di una precisa cultura e volontà politica.

All’interno del Partito democratico alcuni stanno esprimendo disagio e preoccupazione per questa scelta, denunciano il rischio che l’elettorato punisca tanta arroganza. Spero vengano ascoltati perché se mercoledì prossimo la legge venisse approvata si consumerebbe una frattura che renderebbe ancora più difficile sia tentare di ricostruire un Centro Sinistra, invece indispensabile per il Paese (sempre che non lo si voglia lasciare per una trentina di anni nelle mani della Destra), sia ragionare serenamente sui governi locali. Come si può pensare infatti  di ipotizzare tranquillamente alleanze con chi in realtà – indipendentemente dai famosi programmi, dalle cose concrete da fare – vorrebbe solo farti fuori?

Barbara Diolaiti
presidente provinciale federazione dei Verdi

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