Enel condannata per Porto Tolle. Ma continua a volerla a carbone.

Enel è stata condannata, anche nel secondo grado di giudizio, per l’inquinamento prodotto dalla Centrale di Porto Tolle al territorio del Delta, con la conferma del risarcimento del danno, da quantificarsi in sede civile, per i comuni di Mesola e Goro e per la Provincia di Ferrara.

Nonostante ciò ENEL continua nello scellerato progetto di riconversione a carbone della Centrale, eretta nel bel mezzo del parco del Delta del Po.

Non ha già inquinato abbastanza?

Da estense.com:

Condanna al risarcimento del danno in favore dei comuni di Mesola e Goro e della Provincia

La centrale Enel di Porto Tolle inquinò il Delta

Presso la quarta sezione penale del Tribunale d’Appello di Venezia, si è avuta ieri la sentenza in merito ai ricorsi dell’Enel dopo la sentenza penale di condanna in primo grado, del 31 maggio 2006 del tribunale di Adria (Rovigo).

Allora alcuni vertici Enel furono condannati per l’inquinamento ambientale della centrale di Polesine Camerini a Porto Tolle. La sentenza d’appello assolve alcuni degli ex amministratori e riduce le pene per altri due, condannando però questi ultimi anche a risarcimenti in danno.

In quel processo si erano costituiti parte civile anche i comuni di Mesola e di Goro, rappresentati in giudizio dall’avvocato Carmelo Marcello, e la Provincia di Ferrara e il Parco Regionale Delta Po, assistiti dall’avvocato Riccardo Venturi e la Regione Emilia Romagna tramite il legale Mariano Rossetti.

“Dalla lettura del solo dispositivo – commentano i tre legali – si ricava che Corte d’Appello di Venezia ha sostanzialmente confermato la decisione di primo grado. Ciò si desume essenzialmente dal fatto che nessuno degli imputati è stato assolto con la formula “il fatto non sussiste”. Le assoluzioni degli amministratori delegati di Enel sono state pronunciate, infatti, con la formula “per non aver commesso il fatto”. Per il resto la Corte d’Appello ha confermato la responsabilità dei direttori della Centrale di Polesine Camerini, sia pure riducendo la pena”.

La Corte ha inoltre dichiarato l’estinzione di alcuni reati per intervenuta prescrizione. In ogni caso la Corte ha confermato la condanna generica al risarcimento del danno con quantificazione rimessa al giudice civile e al pagamento delle spese legali anche nei confronti degli enti territoriali emiliani (Regione, Provincia di Ferrara, Parco Regionale Delta Po Emilia Romagna, Comune di Mesola e di Goro), “confermando sul punto – continuano Rossetti, Marcello e Venturi -, sostanzialmente, le statuizioni del giudice di primo grado”.

La corte ha inoltre dichiarato inammissibili gli appelli dei responsabili civili contro le statuizioni in favore degli enti territoriali emiliani ed ha infine revocato le provvisionali già concesse a tali enti che per far quantificare il danno dovranno agire in sede civile.

“Su tale ultima decisione – continuano gli avvocati – può aver pesato, a nostro giudizio, l’incertezza circa l’entità economica del danno ambientale, comunque riconosciuto con la condanna generica. In ogni caso, la prima valutazione che se ne può trarre è che le emissioni della Centrale di Porto Tolle hanno avuto riflessi negativi sul territorio emiliano e che integravano i reati a suo tempo contestati. Solo la lettura della motivazione della sentenza, per il cui deposito la Corte ha fissato il termine di 90 giorni, potrà consentire una valutazione più approfondita”.

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