Quadrante EST

Pubblichiamo sul sito il testo completo dell’interpellanza di Barbara Diolaiti sulla contaminazione e la bonifica del Quadrante Est di cui si ha notizia sulla stampa di oggi.

COMUNE DI FERRARA
GRUPPO CONSILIARE VERDI PER LA PACE

Al Presidente del Consiglio Comunale
Al Sindaco
Agli assessori delegati per materia

oggetto: INTERPELLANZA SU QUADRANTE EST. RICHIESTA CHIARIMENTI SU CONTAMINAZIONE, INDAGINI, BONIFICA, RUOLO E RESPONSABILITA’ SOGGETTI COINVOLTI

Premesso che

– l’Amministrazione Comunale alla fine del 2008 ha definito un progetto di indagini per il “Quadrante Est” con l’obiettivo di approfondire le conoscenze sullo stato di rischio sanitario dell’area, di definire meglio le dinamiche della contaminazione e concorrere a predisporre gli interventi di Messa in Sicurezza Permanente delle aree sorgenti di inquinamento (due discariche) e gli interventi di bonifica delle falde da esse contaminate;

– l’Amministrazione ha di recente annunciato di aver dato incarico per una indagine di carattere legale per definire quali soggetti debbano farsi carico dei costi di messa in sicurezza e bonifica;

– l’Amministrazione nella risposta del 5 settembre 2005 ad una interrogazione del gruppo scrivente (P.G. 42105/05) in merito all’inquinamento nell’area di via Cretti e alle iniziative assunte per individuarne i responsabili, scrisse: “Eventuali responsabilità per quanto accaduto saranno definibili con l’esame di documenti dell’epoca (peraltro assai frammentari) e di testimonianze dirette da ricercare tra i residenti. (…) si sottolinea che il legame tra condotta dei fatti e obbligo di sostenere gli oneri di bonifica non è mai meccanico”.

Ricordato che

sul sito del Comune di Ferrara (ultimo aggiornamento 9 gennaio 2009) si legge:
“l’area denominata Quadrante Est, può essere circoscritta approssimativamente da via Siepe, via Caretti e via San Contardo d’Este. E’ un’area situata nell’immediata periferia orientale della città attualmente in forte espansione urbanistica che ha visto di recente la nascita di nuovi alloggi residenziali. Essa è stata oggetto, in passato, di attività estrattive di argilla nell’ambito dell’attività della vecchia Fornace SEF. Le vecchie aree di cava sono state successivamente (anni ’60) riempite da rifiuti solidi urbani e, probabilmente, industriali.

La lettura e l’interpretazione delle foto aeree ha permesso di studiare l’evoluzione antropica ed industriale del territorio: nelle foto degli anni 60 e anni 70 si distinguono gli impianti della vecchia fornace e numerosi scavi e ristagni d’acqua probabilmente colmati con rifiuti, che nella foto degli anni 90, purtroppo di scarsa qualità, sono completamente mimetizzati dalla copertura vegetale.

Su incarico del Comune è stata condotta dal Gruppo di Idrogeologia del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Ferrara a partire dall’estate 2004 un’attività di indagine volta alla caratterizzazione dell’area attraverso uno studio idrogeologico-ambientale per circoscrivere l’area contaminata e definirne le caratteristiche idrogeologiche.

Le indagini condotte (campionamenti di pozzi e piezometri già esistenti, realizzazione di nuovi punti di prelievo acque, prelievo ed analisi dei gas interstiziali dei suoli,..) hanno evidenziato una importante alterazione delle acque di falda freatica (5-7 m dal piano campagna) e della falda semiconfinata ospitata all’interno di una lente sabbiosa a profondità comprese tra i 13-15 e i 18-20 m dal piano campagna.

La contaminazione è ascrivibile principalmente ad idrocarburi clorurati, in particolare Cloruro di Vinile Monomero, che raggiunge concentrazioni in falda mai rinvenute sul territorio ferrarese.”

Verificato che
– la Relazione geognostica e geotecnica preliminare del 30 gennaio 1986 per il recupero dell’area dell’ex Fornace Sef (case, centro commerciale, impianti sportivi) attraverso un Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica (Relazione allegata alla Revisione del Progetto, 31 luglio 1991) affermava, a seguito di 12 prove penetrometriche dinamiche spinte alla profondità di m.7+8 dal p.c. e n.3 sondaggi spinti a m.11 di profondità, che “Le prove sono state eseguite per identificare le aree di cava e i successivi riempimenti. Risulta una profondità massima di scavo di c.a. m.8,50 e riempimento successivo con rifiuti solidi urbani immessi in falda. L’alterazione di questi materiali è appena iniziata ed il grado di compattazione è estremamente vario da punto a punto. Quasi sull’intera zona di ex cava in un secondo tempo sono stati riportati detriti provenienti da demolizioni.”

La Relazione citata aveva consigliato una disposizione diversa delle zone di fabbricazione mantenendo tutti gli interventi edificatori ad Ovest della fascia di passaggio alla zona di ex cava “utilizzata negli anni ’60 quale discarica di rifiuti solidi urbani” e destinando il resto a verde pubblico e impianti sportivi: “ Le caratteristiche di compressibilità e le possibili esalazioni di gas – si legge nella Nota integrativa dell’8 marzo 1995 all’indagine geologico tecnica del 1986 – ne sconsigliano l’uso per qualsiasi intervento edificatorio”;

– il PRG del 1995 ha comunque previsto una consistente espansione urbanistica nell’area Est e classificato la zona di via Caretti come edificabile;

– Nel 1999 il Decreto Ministeriale n°471 porta ad attuazione l’art.17 del Decreto Legislativo n°22/97 (Decreto Ronchi) relativo al superamento dei limiti di accettabilità della contaminazione dei suoli e delle acque. La norma stabilisce che chiunque cagiona, anche in maniera accidentale, il superamento dei limiti di accettabilità della contaminazione dei suoli e delle acque superficiali e sotterranee ovvero determina un pericolo concreto e attuale di superamento dei limiti medesimi, è tenuto a procedere a proprie spese agli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dei siti contaminati. Il Decreto recita inoltre che “Qualora i responsabili non provvedano, ovvero non siano individuabili, gli interventi di messa in sicurezza, di bonifica e ripristino ambientale sono realizzati d’ufficio dal Comune e, ove questi non provveda, dalla Regione. Le spese sostenute sono assistite da privilegio speciale immobiliare sulla aree inquinate e da privilegio mobiliare generale. Gli interventi di messa in sicurezza, di bonifica e di ripristino ambientale costituiscono onere reale sulle medesime aree inquinate, onere che deve essere indicato sul certificato di destinazione urbanistica”;

– Il 21 settembre 2001 (PG 37208) la Giunta Comunale approva il Piano di caratterizzazione inerente la bonifica dell’area ubicata in via della Siepe (ex Fornace SEF) interessata dalla presenza di terreno inquinato da idrocarburi;

– Una nota dell’ARPA del 27 novembre 2001 riferisce, a seguito dell’esecuzione di alcune indagini nella zona di via della Siepe, il superamento dei limiti di cui al Decreto Ministeriale 471;

– In data 6 marzo 2002 (PG 10416 prot. Amb. 357/02) il Comune di Ferrara, Servizio Ambiente, invia Comunicazione dell’avvio del procedimento ai sensi dell’art.8 della Legge 241/90 “Bonifica della discarica che insiste nell’area di proprietà della Soc. Cogef S.r.l. in via della Siepe, Ferrara – Intervento sostitutivo del Comune” : “qualora la Soc. COGEF S.r.l., in qualità di proprietaria dell’area non provveda all’intervento di bonifica e non dia inizio al medesimo entro 60 giorni dalla data di notifica del presente atto, il Comune provvederà in via sostitutiva a propria cura e a spese della proprietà.”;

– In data 21 giugno 2002, (in risposta alla memoria inviata dai legali della Soc. COGEF, con la quale si sosteneva che l’onere e le spese della bonifica fossero da imputare ad AGEA (prima AMIU) soggetto gestore della “discarica pubblica”) il Comune di Ferrara chiariva due aspetti importanti; 1) “Sentiti i competenti uffici comunali, non risulta che l’area interessata dai rifiuti sia mai stata in proprietà del Comune o ad esso concessa in uso”; 2) “Per contro risulta che l’area è stata acquistata dalla Soc. COGEF fin dal 1995. L’atto d’acquisto richiama il Piano Particolareggiato e di conseguenza la Soc. COGEF non poteva non essere al corrente di detto piano e del suo contenuto, comprese le informazioni relative all’ex cava ed ai rifiuti. D’altronde il presidente del Consiglio di Amministrazione della Soc. COGEF all’atto dell’acquisto, compare tra i progettisti del Piano stesso.” Il Comune ribadisce dunque che la Soc. COGEF è tenuta a provvedere alla bonifica con prevede il Decreto Ronchi;

– Tra l’8 novembre 2001 e il 15 ottobre 2002 il Comune convenziona con le Società Edilprogram e Par.Co 2 il primo stralcio del Piano particolareggiato Edilprogram (“Bastione” in corrispondenza di via Frutteti) e rilascia le concessioni per le opere di urbanizzazione e 5 concessioni edilizie per edifici residenziali;

– In data 15 aprile 2003 le Società sopra citate notificano al Comune di Ferrara di aver constatato che l’area di intervento era stata interessata negli anni ‘60/’70 da una discarica; viene quindi richiesto di attivare le procedure previste dal D.M. 471/99 per la bonifica dei siti inquinati e il 22 maggio 2003 presentato un Piano di Caratterizzazione dell’area C1 di via Cretti;

– In data 17 settembre 2005, su proposta delle Società interessate, il Consiglio Comunale di Ferrara approva (astenuto il gruppo scrivente; contraria l’opposizione) una delibera di “Accordo ex art.11 L.241/90 per trasferimento di capacità edificatorie da un’area C1 di via Cretti ad un’area G4 di via Canapa” che prevede anche la cessione gratuita al Comune di Ferrara dell’area inquinata di via Caretti;

Considerato che

– tutte le informazioni relative alla messa in sicurezza e alla bonifica del Quadrante Est sembrano da qualche tempo far sempre riferimento esclusivamente a soggetti pubblici sia in termini di indagini sia di impegni economici;

– si ritiene prioritario assicurare la bonifica dell’intera area, garantire che l’onere della stessa risulti a carico dei soggetti deputati a questo compito, individuare i diretti responsabili della contaminazione, evitare che qualunque onere di bonifica ricada sui singoli cittadini che senza saperlo hanno acquistato case costruite su terreni contaminati

tutto ciò Premesso, Ricordato, Verificato e Considerato
si interpella questa Amministrazione per sapere:

1) Se dal settembre 2005 ad oggi (cioè dalla data di risposta all’interrogazione citata del gruppo scrivente) si siano fatti dei passi in avanti, e quali, nell’individuazione dei diretti responsabili dell’inquinamento derivante da quanto gettato nelle due discariche; se siano stati rese pubbliche dall’Amministrazione Comunale tutte le informazioni in proprio possesso al riguardo e, in caso contrario, perché e se non si ritenga indispensabile farlo;

2) Se risulta agli atti che le informazioni, in possesso del Comune fin dal 1986, relative alla presenza di una discarica in un’area classificata come “edificabile” siano state messe a disposizione dei consiglieri comunali e della cittadinanza nel corso del processo di approvazione del PRG del 1995;

3) Chi risultasse proprietario dell’area C1 di via Caretti nel 1999 (cioè al momento dell’entrata in vigore del Decreto Ronchi); quando quest’area sia stata acquistata da Edilprogram e Par.Co; come sia possibile che nonostante il rilascio di concessioni edilizie, la disponibilità di foto aree, la conoscenza fin dal 1986 della presenza di una discarica nell’area ex Fornace sia invece stata “scoperta” questa seconda discarica nella zona solo nel 2003;

4) Se la Società COGEF abbia provveduto a bonificare la discarica nell’area di via della Siepe o se sia stato effettuato l’intervento sostitutivo da parte del Comune e, comunque, se la procedura di bonifica sia stata completata o se risulti sospesa;

5) Se e da quando l’area C1 di via Caretti sia ora di proprietà del Comune e se sia stata ceduta gratuitamente con procedura di bonifica completata o se sia stata sospesa;

6) Se, verificate le dimensioni della contaminazione dell’area, il Comune abbia scelto di avviare il Progetto complessivo, citato all’inizio di questa interpellanza, e in tal caso se abbia già approvato un nuovo Piano di Caratterizzazione, passaggio indispensabile per giungere alla bonifica dell’area.

Grazie
Barbara Diolaiti
Presidente gruppo consiliare
Verdi per la pace

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