Porto Tolle: le motivazioni della sentenza di condanna

foto da greenpeace.it

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Da Estense.com:

Confermati gli effetti potenzialmente dannosi per la salute della popolazione locale

Centrale Enel, in appello le condanne a risarcire gli enti locali

La quarta sezione penale della Corte d’Appello di Venezia ha di recente depositato la motivazione della sentenza relativa alla centrale Enel di Polesine Camerini, riguardo al processo che vede coinvolti in qualità di parti civili – rappresentati dagli avvocato del foro di Ferrara Carmelo Marcello, Riccardo Venturi e Mariano Rossetti – i Comuni di Mesola e Goro, la Provincia di Ferrara, il Parco Regionale del Delta Po e la Regione Emilia Romagna.

Alla luce della motivazione, l’impianto accusatorio che aveva condotto alla condanna di Enel, da parte del Tribunale di Adria, resta pienamente confermato nonostante le maturate prescrizioni e l’assoluzione “per non aver commesso il fatto” degli amministratori delegati.

La vicenda processuale esaminata dalla Corte d’Appello è stata, come ha avuto modo di precisare la stessa Corte, “di estrema complessità”.

In ogni caso, sono stati confermati i reati di danneggiamento e di getto pericoloso di cose, e i conseguenti effetti penalmente rilevanti e potenzialmente dannosi per la salute collegabili anche allo stato d’ansia diffuso nella popolazione locale.

“Contrariamente alle prime interpretazioni trionfalistiche di Enel – affermano gli avvocati -, ciò che a nostro giudizio è rilevante, sono le affermazioni della Corte d’Appello in cui si evidenzia che le ricadute oleose e le emissioni ordinarie atte ad offendere, molestare ed imbrattare, hanno rappresentato un “fenomeno pressoché continuo”, certamente riconducibile alla Centrale, che “si è protratto per diversi anni come emerso da numerose deposizioni testimoniali”; così come gli “odori acri e sgradevoli non potevano che provenire dalla Centrale”. Ed ancora, continua la Corte: “il loro carattare molesto è evidente”, cosi come sono “evidenti le ripercussioni sulle abitudini e stili di vita””.

La Corte evidenzia, inoltre, che “lo stato d’ansia (anche per le possibili conseguenze sulla salute) diffuso nella popolazione locale e determinato dalla complessiva situazione di disfunzione della Centrale, ha concorso a configurare una molestia” penalmente rilevante.

“Ancor più rilevanti – continuano i legali -, per gli enti territoriali da noi rappresentati, sono le affermazioni della Corte d’Appello nella parte in cui, in accoglimento delle nostre richieste, si conferma: “la giustezza di una condanna generica” al risarcimento del danno “anche in favore degli enti territoriali emiliano-romagnoli, dati gli effetti visibili da lontano delle emissioni della centrale, che suscitavano preoccupazione anche in quei territori”.

La revoca della provvisionale, che era stata liquidata dal Tribunale di Adria, è stata determinata esclusivamente “dalla mancanza di prova del danno fino all’ammontare della somma liquidata”, mentre la mancata concessione di una provvisionale in misura minore dalla “mancanza di una situazione di bisogno degli aventi diritto” e dalla “sicura solvibilità dei responsabili”.

“Ciò non toglie, comunque – concludono Marcello, Venturi e Rossetti -, che, anche in forza della sentenza della Corte d’Appello, gli imputati saranno tenuti a risarcire gli enti da noi rappresentati”.

Via fioreblog.

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