APERTURA DELLA PRESIDENTE DELLA PROVINCIA SU PORTO TOLLE A CARBONE.
SAREBBE QUESTA LA “DISCONTINUITA’ ” ?
Leggendo la cronaca, riportata da La Nuova Ferrara del 26 giugno, dell’assemblea di Unindustria Ferrara sembra che il primo atto in “discontinuità con il passato” delle due nuove Amministrazioni sia l’apertura al progetto Enel di riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle e addirittura la disponibilità della nuova Presidente della Provincia a “premere sui Comuni più restii”.
Questo significherebbe buttare a mare oltre dieci anni di impegno concreto e condiviso tra Provincia (numerosi gli Ordini del Giormo approvati dal Consiglio Provinciale e le azioni compiute dalle precedenti Giunte), Comuni, Regione, comunità locali e associazioni ambientaliste per fermare il progetto. Significherebbe anche annullare completamente il valore politico della vittoria appena conseguita in sede giudiziaria dagli Enti Locali dell’Emilia Romagna e dai comitati dei cittadini, che hanno visto riconosciute le loro ragioni attraverso la condanna di Enel per il danno ambientale causato dalla centrale nell’area del Delta.
Al di là della retorica sul vecchio e il nuovo i problemi legati all’eventuale riconversione a carbone della centrale sono e restano quelli di sempre.
La scelta del carbone a Porto Tolle è in netta contraddizione sia con la necessità di ridurre le emissioni di CO2 (a parità di energia prodotta una centrale a carbone emette il doppio di CO2 di un ciclo combinato a metano), sia con l’impegno a rientrare nei limiti di qualità dell’aria, a tutela della salute dei cittadini, stabiliti nell’ultima direttiva comunitaria: le emissioni della centrale di Porto Tolle a carbone, anche con i migliori sistemi di abbattimento, equivalgono a quelle di tutto il sistema produttivo della provincia di Ferrara, petrolchimico incluso.
Speriamo, dunque, che vi sia stato un fraintendimento e che vengano chiarite al più presto le intenzioni delle nuove Amministrazioni su questo tema.
Federazione provinciale dei Verdi
