Solidarietà agli operai di Pomigliano d’Arco

Comunicato Stampa
I VERDI DI FERRARA CON GLI OPERAI DI POMIGLIANO D’ARCO

L’ accordo che FIAT, Governo e sindacati, tranne FIOM e Cobas, vogliono imporre agli operai di Pomigliano, oltre ad essere incostituzionale perché vuole eliminare diritti individuali, come quello di sciopero, è a nostro avviso inaccettabile per almeno tre motivi.
Il primo riguarda il metodo. E’ infatti indegno di un paese civile il ricatto che è stato messo in atto (o si rinuncia ai propri diritti o si perde il posto di lavoro), come il fatto che si addossi a chi vive una situazione territoriale specifica la responsabilità di una scelta che ha una valenza molto più ampia: se la FIAT passa a Pomigliano sono i diritti di tutti i lavoratori italiani ad essere messi in pericolo ed è la democrazia del nostro paese ad essere ulteriormente messa in discussione. Nel caso in cui al referendum dovessero prevalere i sì, per noi questo risultato avrebbe lo stesso valore di una confessione estorta con la tortura.
In secondo luogo il merito. Si vuole riportare indietro di almeno cinquant’anni la situazione relativa ai diritti e alle condizioni di lavoro degli operai italiani. L’iniziativa della FIAT, insieme a quella del Governo, che vuole eliminare lo Statuto dei Lavoratori, mira a scardinare diritti costituzionali e contrattuali ottenuti in decenni di relazioni sociali e sindacali: se si vuole mantenere la produzione industriale nel nostro paese, i lavoratori devono adattarsi alle condizioni in cui si trovano gli operai polacchi o cinesi.
Infine la posta in gioco. La prospettiva, in cambio della quale gli operai di Pomigliano dovrebbero accettare una situazione da Tempi Moderni, è lo sviluppo della produzione automobilistica. Una prospettiva cioè palesemente senza futuro: l’auto infatti è un prodotto ormai obsoleto, in crisi cronica nei paesi sviluppati, terrà ancora in quelli emergenti fino a quando il disastro ambientale, peraltro imminente, non farà recedere anch’essi. L’unica opportunità possibile per i settori in crisi strutturale, come la meccanica legata all’auto, è la conversione ecologica dell’economia, mentre, se si pensa ad un futuro in grado di garantire benessere e dignità agli esseri umani che popolano questo pianeta, senza distinzioni, l’unica alternativa è un radicale cambiamento dell’attuale modello economico e sociale.
Per questi motivi siamo vicini ai lavoratori della FIAT di Pomigliano d’Arco e alla FIOM, che ha dichiarato di non volere firmare l’accordo, al di là dell’esito del referendum; per questi motivi ci sentiamo impegnati, al di là dell’esito del referendum, a contrastare il progetto liberticida di Governo e Confindustria; per questi motivi riteniamo non rinviabile la necessità di costruire un’alternativa credibile allo stato presente delle cose, basata sulla giustizia sociale planetaria e su un rapporto non predatorio con l’ambiente.

Lina Pavanelli
Sergio Golinelli
Portavoce della Federazione dei Verdi di Ferrara

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