Insostenibile una centrale a olio di palma a Bondeno: si apra il confronto

Intervento inviato a Nuova Ferrara, Resto del Carlino, Estense.com:

bondeno_oldGentile Direttore,
nei giorni scorsi la stampa locale ha riportato la notizia della firma della proroga di un anno dell’accordo per la riconversione dello zuccherificio di Bondeno. Si ritorna quindi a parlare della centrale ad olio di palma che dovrebbe essere realizzata nella parte dell’area che rimarrebbe a destinazione produttiva: il resto, nonostante il documento preliminare del PSC di fatto non contenga questa previsione, sarebbe destinato ad uso residenziale.
Noi Verdi abbiamo sempre manifestato la nostra contrarietà nei confronti di questo progetto, anche nelle sedi istituzionali, ritenendolo assolutamente insostenibile sia in ambito locale sia collocandolo nel contesto globale.

Impianti delle dimensioni proposte (l’ultimo dato noto è di 24 Mwe) non è credibile vengano alimentati attraverso filiere locali, per il semplice motivo (ma ce ne sarebbero molti altri, ad esempio legati ai prezzi) che la superficie agricola necessaria è letteralmente superiore a quella fisicamente disponibile. Per questo è indispensabile ricorrere all’olio di palma. L’incremento della domanda di questa materia prima, provocato dalle scelte energetiche dei paesi ricchi, sta provocando effetti devastanti nei paesi produttori, in termini sia ambientali che sociali. In Africa, in America Latina e soprattutto in Indonesia e Malesia, i principali paesi produttori, le piantagioni di palma da olio prendono il posto della foresta primaria, con enormi danni per l’ambiente sia in termini di perdita di biodiversità, sia per quanto riguarda la tutela delle risorse idriche. Anche per quanto riguarda la produzione di CO2 il bilancio è assolutamente negativo, in particolare quando l’estensione delle piantagioni comporta il drenaggio delle torbiere, sulle quali è cresciuta la foresta. Per dare la dimensione del fenomeno basti ricordare che negli ultimi due decenni 10.000 Km2 di foresta sono stati trsformati in piantagioni di palma nella sola isola del Borneo. La distruzione dell’ambiente naturale comporta inoltre il venir meno delle condizioni di esistenza dei popoli che in esso vivono e dal quale traggono le risorse per la loro esistenza, mentre la diffusione del sistema della piantagione spazza via l’agricoltura tradizionale su piccola scala, trasformano i contadini in braccianti o costringendoli all’emigrazione verso le aree urbane, con il risultato che questi da produttori di prodotti agricoli alimentari ne diventano acquirenti. Le conseguenze catastrofiche di questo fenomeno si sono viste appieno quando, anche per la concorrenza delle agroenergie, i costi delle materie prime alimentari sono saliti a livelli inimmaginabili.

olio-di-palmaPer quanto riguarda la dimensione locale gli impianti di questo tipo hanno impatti assolutamente rilevanti che impongono una valutazione estremamente attenta. Il loro quadro emissivo è paragonabile a quello di impianti analoghi a gasolio e agli inceneritori per rifiuti urbani di ultima generazione, a parità di potenza elettrica installata. L’Autorizzazione Integrata Ambientale, rilasciata dalla Provincia di Ravenna all’impianto Unigrà di Conselice, prevede, ad esempio, anche il controllo delle emissioni di diossina.

D’altra parte il Piano di Tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria della provincia di Ferrara affronta esplicitamente queste criticità, prescrivendo, all’ Art. 39 delle Norme Tecniche, che l’autorizzazione di questi impianti debba essere basata sulla valutazione degli impatti relativi all’intero ciclo di vita della filiera produttiva, dalla coltivazione della materia prima allo smaltimento dei rifiuti prodotti. Nello stesso testo è previsto inoltre che questi impianti oltre a valorizzare le tradizioni agricole della provincia, a garantire l’utilizzo delle migliori tecniche disponibili, a fini sia energetici che ambientali, a privilegiare l’utilizzo di terreni marginali e scarti di produzioni agricole, debbano anche” contribuire alla riduzione dell’inquinamento sia locale che globale”.
Dato il carattere particolare del progetto previsto a Bondeno, che vede come promotori anche le istituzioni locali (Comune di Bondeno, Provincia di Ferrara, Regione Emilia Romagna) e le Organizzazioni sindacali, oltre alla realtà imprenditoriale coinvolta, riteniamo indispensabile che si apra immediatamente, prima dell’avvio dell’iter autorizzativo vero e proprio, un confronto aperto a tutta la comunità, affinché tutti siano richiamati al rispetto degli impegni assunti e alla coerenza nei confronti delle finalità dichiarate dalle proprie organizzazioni.

Federazione provinciale dei Verdi

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