Centrale a Bondeno: risposta dei Verdi ai lavoratori di Fin-Bondeno.

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Ecco l’intervento in risposta ai lavoratori di Fin-Bondeno inviato a Estense.com e Resto del Carlino.

Gentile Direttore,
nei giorni scorsi i lavoratori di Fin-Bondeno hanno affermato sulla stampa locale che la nostra richiesta di aprire un confronto serio sull’ipotesi di una centrale a olio di palma a Bondeno sarebbe tardiva. Eppure, la posizione dei Verdi della provincia di Ferrara sulla riconversione del settore saccarifero, conseguente alla riforma del regime di sostegno messo in atto dall’Unione Europea, è sempre stata chiara ed è sempre stata espressa senza reticenze nelle varie sedi, anche istituzionali, proprio in considerazione della rilevanza sociale del tema nella nostra realtà e della necessità di individuare soluzioni del problema occupazionale che non fossero in contraddizione con le linee di sviluppo che si andavano definendo. Con una serie di atti specifici tra il 2006 e il 2007 (interrogazioni e question time), riferiti ai singoli impianti di cui si prospettava la chiusura  (Ferrara, Argenta e Bondeno), abbiamo indicato i rischi ambientali che  potevano derivare per il nostro territorio e i problemi che potevano sorgere per quanto riguardava la sostenibilità in ambito globale. Le ipotesi relative ai primi due impianti (Ferrara e Argenta), entrambe legate alla produzione di energia, hanno trovato subito la netta opposizione, oltre che nostra, anche delle amministrazioni locali, e di quei progetti non si è fatto più niente: salvo poi individuare una alternativa e trovare l’accordo, da noi completamente condiviso, che ha portato alla realizzazione, nel comune di Argenta, di uno stabilimento, già entrato in funzione, per la trasformazione dei prodotti ortofrutticoli del territorio. A dimostrazione del fatto che le alternative esistono.

Per quanto riguarda Bondeno, la Giunta provinciale approva, nel giugno 2006, il testo di un Protocollo che dà il via ad un percorso finalizzato ad individuare alternative di riconversione industriale a “basso impatto ambientale”. In quel documento non si fa riferimento a centrali elettriche di sorta; anzi, nelle premesse, si afferma che “… nell’area in cui insiste lo zuccherificio non sono percorribili installazioni per produzioni energetiche o ad elevato impatto ambientale […] causa la poco felice collocazione urbanistica dell’area inglobata nel centro urbano.” Un anno dopo si giunge, senza che nessun altro documento fosse sottoposto alla Giunta o al Consiglio Provinciale e con una certa sorpresa, all’Accordo che introduce invece la centrale elettrica ad olio vegetale, firmato anche dalla Regione, dal Comune di Bondeno e dalle diverse parti sociali. Quello per il quale è stata approvata (senza il nostro voto) la proroga di un anno sottoscritta alcuni giorni fa.

Noi, lo ripetiamo, siamo consapevoli della necessità di risolvere il problema dei posti di lavoro persi con la chiusura dello zuccherificio di Bondeno, ma ribadiamo il fatto che non tutte le soluzioni sono accettabili, soprattutto se mettono in gioco la qualità dell’ambiente e quindi la salute dei residenti e se  aprono questioni così rilevanti di giustizia ambientale a livello globale, come nel caso in esame. L’esperienza degli ultimi anni e gli esempi citati per il settore saccarifero mostrano come siano possibili sintesi che non mettano in contraddizione le ragioni dell’occupazione e del lavoro con quelle dell’ambiente e della salute.

D’altra parte il modo nel quale il percorso si è svolto fino ad ora (il Comune di Bondeno ha lasciato passare oltre tre mesi tra l’approvazione e la firma della proroga di un anno, dopo i due trascorsi inutilmente, evitando significativamente il periodo elettorale), il fatto che non sia stato presentato ancora alcun progetto e non sia quindi iniziato alcun iter autorizzativo, e che la parte urbanistica, di competenza comunale, sia tutt’altro che definita, ci sembra mostrino con chiarezza come vi siano tutti i margini per riaprire la discussione ed individuare una soluzione diversa da quella attuale e coerente con le esigenze del territorio e con gli impegni assunti dalle diverse organizzazioni coinvolte. Questo è il nostro unico obiettivo e su questo siamo impegnati a continuare a dare il nostro contributo.

I Verdi di Ferrara

Alcune puntualizzazioni sull’ex zuccherificio di Bondeno

Strana è la democrazia che usa le denunce sui giornali per aprire confronti che di fatto sono aperti da tempo. Come lavoratori dell’ex stabilimento saccarifero di Bondeno vorremmo ricordare, alla Federazione dei Verdi di Ferrara, che noi, insieme alle Organizzazioni Sindacali di Categoria e Confederali questo confronto l’abbiamo aperto nel Febbraio del 2006 e da allora mai ci siamo sottratti al dialogo con nessuno.

Non crediamo sia questa la sede per ripercorrere tutto l’iter dei protocolli firmati ai vari livelli istituzionali (Comune, Provincia, Regione, Ministero) per dare soluzione alla crisi del settore saccarifero in Italia e nelle nostre realtà locali, né crediamo sia una svista citare come firmatari solo Enti Locali, Sindacati e Proprietà, senza citare Organizzazioni Agricole, CCIAA, Università ed altri.

Non intendiamo assolutamente entrare nel merito di un piano che, a quanto ci risulta, ancora nessuno ha avuto ufficialmente la possibilità di vedere e studiare (se Voi l’avete avuta Vi saremmo grati la socializzaste) siamo comunque disponibili ad un confronto a tutto campo su come si è arrivati a definire le linee guida per l’utilizzo dell’area ex stabilimento, a come reimpiegare i lavoratori, a come dare risposte industriali e quindi economiche ad un territorio che, a nostro modesto parere, né ha una discreta necessità.

Dal Febbraio 2006 non ci pare di avere visto folle di persone accapigliarsi per dare soluzione ai problemi sopra citati, non ci pare che i Verdi di Ferrara in Giunta Provinciale abbiano fatto fuoco e fiamme per trovare soluzioni alternative alle proposte che si prospettavano, ci pare quindi che “gli editti del NO” siano tardivi e strumentali funzionali solo alla ricerca di una visibilità politica forse un po’ appannata.

Tanto dovevamo all’opinione pubblica per correttezza e coerenza, promettendo di non tediare più nessuno a mezzo stampa e confermando nel contempo di essere sempre disponibili a confronti pubblici con qualsiasi interlocutore abbia la buona volontà per cercare soluzioni ai problemi che si presentano

I lavoratori di Fin-Bondeno

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